Ebbene si, il giorno in cui il Toty ha deciso di tenere questo blog ha anche rinunciato, di comune accordo col suo ego, a qualsiasi forma di praivasi (e di pudore) e quindi, si ritrova qui, ora, per dovere di cronaca, a raccontare la sua più grande disavventura (fino a questo momento) in terra canadese. Le persone particolarmente impressionabili, ma anche quelle impressionabili un po' meno, e chi non regge particolari gratuitamente crudi e volgari, è pregato di fermarsi qui. Elisa, questo post non è per te!
Giovedì 21 Gennaio, ore 7.30 di mattina, la sveglia della famiglia Totanara suona senza pietà. Chissà perchè la Totyna per essere pronta un'ora dopo la mette così presto, io quando per andare all'università prendevo il treno di 5 all'8, mettevo la sveglia alle 7.30. Certo, dormivo già vestito è vero. Certo, non passavo praticamente in bagno, tutt'al più usavo quello del treno. Certo, col motorino passavo sotto la sbarra del passaggio a livello di Salviano quasi tutte le mattine. Già, poi facevo colazione sul treno con pane e pecorino o pane e frittata. Eppure quel treno non l'ho mai perso.
Comunque Toty si alza un po' a fatica. E' ancora convalescente per la recente influenza h1n1, la seconda influenza contratta durante il rigido inverno montrealino. Senza contare tutti i problemi del suo stomaco che da un po' di tempo gli dà la sensazione di aver inghiottito un supertele. Reflusso dicono i dottori. Evitare pomodoro, agrumi, spezie, pepe, peperoncino, cioccolata, latte, caffè, dolci, formaggi e non cucinare col soffritto...... il Toty si chiede ogni mattina se valga ancora la pena di vivere.
Il malessere del Toty diventa lampante. Si prova la febbre: 38.5. E che cazzo!!! Toty ha dei dolori lancinanti alla vita, anche l'intestino comincia a fare strani movimenti tellurici.
Ore 8.30: Toty fa chiamare un taxi al portiere del palazzo (si, Toty ha fatto i vaini). In taxi raggiunge la Clinique Medicale de la Citè. Lo riceve dopo un paio d'orette il dottor De Smet. Se lo ricorda subito. Sei quello dello stomaco? Si, ma ora sono qui perchè ho la febbre alta, dolori d'appertutto ma sopratutto alla vita, e non so perchè. Poi accenno a qualche rumorino proveniente dall'intestino. Lui prepara subito una lettera per il pronto soccorso, (p.s.) destinata all'amico Dr. Geraldo. Mi dice: vai a farti qualche esame d'accertamento, un'ecografia e gli esami del sangue. Vai al p.s. ma non fermarti dove ci sono i poliziotti, vai avanti e parla col mio amico. Telefona all'amico per essere sicuro che mi riceverà. Sembra che non ci siano problemi. Il tutto mi rincuora, il metodo è tipicamente all'italiana. Si. Ma siamo in Quebec.
Ore 11 circa. I poliziotti nella sala d'aspetto del p.s. mi placcano e non mi lasciano parlare col Dr. Geraldo. "Aspetta sulle sedie arancioni (stronzo)". Ok, mi metto ad aspettare, intanto faccio fatica a starmene seduto dai dolori. Accanto a me c'è uno che aspetta e che puzza letteralmente di mer..
Mi faccio coraggio, leggo un po' del mio libro ("Il cerchio celtico", di Larsson, non è un granchè se vi interessa). Nella mia scarsa lucidità ad un certo punto realizzo che tutti quelli che mi si siedono a sinistra passano prima di me. La fila di sedie arancioni ha un ordine cazzo!!! La coppia di carabinieri stronzi non me l'aveva detto. Una vecchietta di 85 anni mi passa avanti calamitandosi addosso tutti i miei più potenti (ma silenziosi) accidenti. Ce n'ha per 3 caate. Finalmente tocca a me. Serie di domande di rito, poi mostro trionfante la mia carta sanitaria (si Wamba, esiste, è arrivata a casa! lo so che hai le lacrime agli occhi, è stato un momento intenso anche per me quando ho visto che esisteva) e spiego il problema. La tizia alla fine mi prova febbre (nell'orecchio), pressione, ossigenazione (un aggeggino in cui mettere un dito) e mi rispedisce sulle sedie blu dicendo che la febbre ce l'ho solo a 38. Sempre più sofferente mi siedo fra le sedie blu, questa volta mi chiameranno per nome pare. Intorno a me c'è gente che parla per passare il tempo. Una donnina di 91 anni, vedova (strano) è stata moglie di un italiano. Con un filo di voce le chiedo di dov'era il marito. Lei, come tutti gli altri intorno, non mi sente. Rinuncio alla coversazione e stringo i denti. I dolori sono veramente assurdi. La gente intorno mi lancia occhiate cariche di pietà. Ma vaffanculo, penso.
Ore 12 circa. L'altoparlante chiama il mio nome. Vado. Una tipa dall'altra parte di uno sportello mi richiede da capo i miei dati, la carta sanitaria ecc.. Alla fine mi dice di andare sulle sedie blu. Ma ci sono già andato! Tornaci che poi l'altoparlante ti chiama. Ma come? Questo schema l'ho già passato! Macchè. La mia situazione sembra non evolversi, eccetto i dolori alla vita che mi fanno venire voglia di prendere a testate il vetro tra me e l'accomodante signorina. Torno sule sedie blu. Mi chiamano quasi subito. E' fatta, penso. Non avrei potuto pensare niente di più lontano dalla verità. Vado in una stanza per le visite. Mi appare una ragazza sui 25 anni che mi dice "salve, io sono il dottor....". Vabeh, tanto non ho niente di complicato, penso. Mi fa prima parecchie domande, e poi mi visita. Mi prova febbre (in bocca), pressione, ossigenazione. Intanto resto sdraiato perchè veramente sto male. La tipa dopo un'attenta visita conclude dicendo "sembra che tu stia male, ti dovremo tenere qui per un po' dandoti dell'idratazione". Se stavo bene secondo te venivo qui (troia)??? Poi esce di stanza e torna dopo almeno 15 minuti scusandosi. Mi fa a quel punto delle domande sul mio passato "clinico", allora fra le varie cose accenno ai miei vecchi problemi di prostata. Il suo sguardo cambia. Qualcosa mi dice che non avrei dovuto dirlo. La giovincella specializzanda si infila lentamente un paio di guanti bianchi e prende un tubetto di liquido gelatinoso..........E che cazzo! Passi per un vecchio urologo 60enne del Santa Chiara, passi anche se è pisano, ma proprio da una ragazzetta?!?!
In quel momento mi viene in mente il modo in cui si ammazzano i porpi, rigirandogli la testa dall'interno.
Poi mi fa togliere i vestiti e mettere un camice da ospedale. Il morale del Toty (che sarei io) è bassissimo. Mi fanno una specie di ricovero "day hospital" per fare vari esami e per idratarmi. Ok, aspetto pazientemente che mi liberino.
A quel punto mi mettono su un letto in una delle tante nicchie in una specie di reparto e arriva un'infermiera sempre sotto i 30 che mi vuole mettere un tubo nella vena. Capite, un cazzo di tubo nella vena a me, che svengo anche per un vaccino!!! Sono stati momenti duri, ho tentato di corrompere l'infermiera per farmi scappare dalla porta sul retro ma la sua integrità professionale ha prevalso. Mi hanno messo sta sonda nel braccio cominciando a darmi sacche e sacche di soluzioni di cui ignoro il contenuto, mi hanno tolto 2 volte il sangue e sospetto anche che mi abbiano drogato con morfina o chissà cos'altro...oppure era il delirio della febbre alta. Il fatto sta che ho cominciato a salutare tutti in reparto, e pareva che i vari portantini e infermieri passassero dal mio letto apposta per divertirsi un po' alle spalle dello stonato Toty. Dopodichè è cominciato un andirivieni per fare le varie lastre e ecografie. Veniva un portantino (secondo me sempre diverso) per portarmi nei vari reparti guidando il mio letto tipo ferrari su e giù per i corridoi. Io intanto non perdevo occasione per fare amicizia con ogni paziente che mi incrociava. Ad un certo punto ad un portantino dico in francese: "cazzo ma non c'è nessuno in quest'ospedale che parla italiano?" e lui "ce n'era uno, ma se n'è andato". E poi ride e ride e ride. Un altro mi prende per farmi entrare nella stanza dei raggi X chiedendomi se sono Antonio Malacarne. Rispondo "QUELLO CHE RESTA...di Antonio Malacarne". Il portantino ride. Poi mi accorgo che in realtà è il tecnico dei raggi X. E' orientale ma parla quebecois peso. Dopo è la volta dell'ecografia all'addome. Mentre il portantino mi spinge a velocità proibitive io gli dico "parla un po' con me, facciamo amicizia". Lui mi dice che va bene. Allora gli chiedo dove mi porta, il mio terrore è la gastroscopia. Lui mi risponde che tutti gli chiedono sempre la stessa cosa, ma che lui non può rispondere. Io gli dico che comunque glielo chiedo, poi se non risponde, la cosa non è molto importante. Il pomeriggio continua così, fra pollici alti lanciati alle varie donnine sui letti a bordo del corridoio, larghi sorrisi a infermieri ed infermiere indistintamente, come un mollusco ormai asessuato, e sguardi carichi d'odio ogni volta che un infermiere si avvicina con una siringa in mano. E quanto sangue vi serve? E' la terza volta che venite. La dottoressa 25enne mi spiega che serve per creare una curva di tendenza dei miei dati, pare che i globuli bianchi fossero alti, ma si stanno abbassando. Mi chiedono dove potrei avere l'infezione. A me lo chiedono!!! Dopo 3 prelievi del sangue, 5 radiografie, un'ecografia a mezzo corpo, esami delle urine, 8 visite fisiche fatte da 8 dottori diversi, 18 litri di liquidi iniettati impunemente nel mio corpo, e ancora non hanno idea di che cazzo abbia! Nel frattempo ogni tanto l'infermiera più gentile mi porta sempre col lettino al telefono del reparto per provare ad avvisare Totyna. Poverina, le prenderà un colpo. Niente. Il cellulare di Totyna è sempre staccato. L'ansia mi sale, ma dopo un po' (quantificare il po' è difficile, nella mia confusione mentale) ecco che dalla tendina che mi divide da uno che parla come Ranjan Gangopadiai (potrebbe anche essere stato lui, non ho mai visto chi ci fosse da quel lato della tenda) appare la Totyna. Non sapeva nulla poverina e mi trova in un letto d'ospedale con un tubo nel braccio e lo sguardo di un liceale dopo la prima canna di maria. Il momento è struggente e ve lo risparmio. Totyna, in un'epopea nell'epopea, nel frattempo è riuscita a rintracciarlo recandosi alla clinica da cui è partito il Toty la mattina. Aveva terminato il credito nel cellulare ed in questo simpatico paese se finisci i soldi non puoi nemmeno ricevere telefonate o messaggi, dato che paga anche il ricevente. Toty rassicura Totyna ma sopratutto è il contrario. L'arrivo di un infermiere grande e grosso pone fine all'idillio frutto del ricongiungimento familiare, e tanto per cambiare l'omone mi dice "une prise de sang". Altro sangue. Il Toty lascivo concede il braccio sinistro, quello della prima s..a. Ad un certo punto l'infermiere dice "fatto". Come fatto? Ma non ho sentito niente. Controllo il braccio, effettivamente c'è un toppino nuovo. A quel punto gli dico semplicemente "you are the best of today". Lui mi risponde con un suono tipo "jlsè". "Lo so", mi ha risposto. Mi sorride e se ne va. Intanto è giunto il momento per il Toty di cambiare l'acqua al pesce. Toty dopo un primo utilizzo umiliante del pappagallo preferisce raggiungere il bagno portandosi dietro a mano la flebo. Il tutto gli ricorda tanto E.R.. Subito dopo arrivano in coppia una dottoressa finalmente di mezz'età con la sua aiutante. E' l'esperta di infezioni. Mi visita, mi controlla febbre, pressione, ossigenazione e comincia a confabulare con l'aiutante. Poi lascia con me la giovincella che mi rifà le solite 1000 domande sulla mia vita medica ecc ecc. Intanto la dottoressa più anziana torna con uno spillone di circa 30cm. Comincio a sudare freddo. Dove me lo vuoi infilare??? Si avvicina con un sorriso diabolico dicendomi "test des voies urinaires".
Controllo delle vie urinarie.
Vi lascio immaginare dove sia stato infilato lo spillone, rigirandolo anche un po' per prelevare eventuali batteri. Ma non è ancora finita. Si infila i guanti anche lei. Si. Anche lei vuole controllare la mia prostata. La lascio accomodare, finchè alla fine, annoiata, non se ne va, probabilmente in cerca di un'altra cavia da torturare.
Dopo un po' ricompare dicendomi che l'indomani mattina farò la famigerata...GASTROSCOPIA. Poi torna ancora a confabulare con l'assistente, probabilmente lanciando le ipotesi più disparate sulla mia malattia, come in Dr. House. Quindi ormai è chiaro, passerò la notte in ospedale, però in un altro reparto, più tranquillo, così dice. Oltretutto dovrò stare digiuno e dopo la mezzanotte non potrò nemmeno bere. La tortura non conosce fine. Il Toty accetta, riluttante.
Nel frattempo squilla il cellulare del Toty, chiaramente in ospedale è vietato. Toty noncurante risponde. E' Lazagna. Ha saputo che sono ricoverato da Park. L'avevo chiamato poco prima per avvisarlo che avrei saltato il meeting del giorno dopo. Quando Josè conosce tutta la vicenda la Totyna sente distintamente dal cellulare un sonoro "Fuck off". No, non dice a me, è solo una variante di amazing e awesome. Lasagna continua a martellarmi di domande e suggerimenti, dice che sembra proprio che il Canada non mi voglia, nonostante anche lui abbia sofferto delle stesse cose un paio di anni prima, non mi da un attimo di respiro, per un po' non riesco nemmeno a dirgli che devo buttare giù perchè l'infermiere che mi si è parato davanti sembra abbastanza incazzato per la telefonata. Gli sussurro "it's my boss...". Mi concede qualche altro secondo, ma devo comunque praticamente buttargli giù il telefono in faccia.
A quel punto spostano il letto in un altro reparto, in una stanza divisa a metà con una coppietta di vecchietti. Lui siede sul letto con giacche e borse, tutto pronto a partire. Lei siede sulla poltrona a fianco, ma è lei la paziente, lo si vede dai toppini sparsi per le braccia. Stanno lì e aspettano. Mi ricordano i vari personaggi che si incontrano in Monkey Island nei vari schemi sull'isola, che mi sono sempre chiesto se se ne stanno sempre lì a fare la stessa cosa o mentre il tuo personaggio se ne va in giro anche loro possano farsi un po' i cazzi loro. La vecchietta comincia a rivolgerci la parola. In inglese non si capisce niente. Prova in francese. Quello sarebbe francese? Pensa il Toty. Lei sbuffa. L'unica cosa che capisco, quando la Totyna esce a comprarsi la cena, è quando mi dice che la mia fidanzata ha proprio un bel viso. A quel punto penso che l'ho giudicata male, in realtà è una simpatica vecchina. Poi passa l'infermiera e la vecchina la ferma dicendole " non è possibile starsene qui con questi 2 accanto che non parlano francese, non parlano inglese...eh vabeh, sono giovani, cresceranno". Si, io crescerò, ma te schianterai dai e dai! Con la Totyna allora comincio a spregio a parlare male di loro in italiano, lo so, è stato un'ignobile azione, ma dopo una giornata così concedetemelo. Nel frattempo, avvicinandosi lo schema finale, quello del mostro, le cose si complicano ancora, e al Toty comincia a venire una "daiaria" eccezionale. Toty in pratica passa metà della notte in bagno, riproponendo ogni 10 minuti via via tutti i liquidi fornitigli durante il giorno. Inoltre, poco dopo aver informato l'infermiera dei miei recenti sviluppi cagherecci, la vedo tornare con 1 contenitore tipo vasino di bimbo piccino e dentro altri 2 piccoli contenitori. La richiesta è chiara e non ha bisogno di commenti. L'operazione viene svolta dal Toty nella solitudine assoluta del bagno. Dopodichè i 2 campioni vengono consegnati all'infermiera dicendo "Hoping it will be enough...I'll never do it again!". In compenso ha imparato un sacco di cose in francese, tipo come dire diarrea, ago, puntura, feci, urine, globuli bianchi, dito in culo ecc. ecc.. L'unico accadimento positivo è che ci spostano ancora portandoci via dalla coppietta di vecchietti in eterna partenza. Probabilmente sono ancora lì con le giacche pronte sul letto. Ci spostano in una stanza singola perchè hanno paura che la mia infezione possa essere contagiosa, pur ignorando ancora cosa io abbia. Totyna per rimanermi accanto è costretta ad indossare guanti e càmice usa e getta. Come a dei malati in quarantena per la peste bubbonica, chiudono la porta appendendo verso l'esterno un cartello che avvisa il pericolo di contagio (vedere immagine).
Ogni tanto dalla parte alta della porta, che è a vetri, spunta la testa di un infermiere o un dottore che ci scruta e se ne va. Mah!
La notte passa lenta, con frequenti ed improvvise scorribande del Toty nel suo bagno privato. La Totyna lo veglia e lo assiste, staccando il cavo di alimentazione della pompa della flebo per facilitargli la fuga verso il cesso. Solo verso le 6 il Toty riesce finalmente ad assopirsi, ma ecco che subito un'infermiera del turno mattutino arriva chiedendo la solita "prise de sang". Lo prende nel sonno, tuttavia il Toty fa ancora in tempo a sudare freddo, sopratutto quando la puttana tira via malamente l'ago. Ekkekkatzo!!! Il digiuno assoluto del Toty continua ma il grastrologo lo viene a trovare in mattinata dicendo che dovrà aspettare fino al pomeriggio per la visita. Passano le ore, il Toty ha fame, sete, è esausto e sopratutto ne ha piene le palle di quelle sacche d'idratazione. Voglio andare a casa! Mammaaaa! Finalmente verso le 15 arriva un portantino per prelevare il mollusco. "Si va a fare la gastroscopia". "Ma fa male?". "Tranquillo, con uno spray sederemo la gola e tramite la sonda ti daremo qualcosa per rilassarti". "La cosa mi tranquillizza, anzi un po' di droga credo mi farebbe proprio bene!". Arrivo nella stanza della tortura. L'assistente mi fa le solite 1000 domande, ormai ho le risposte già salvate in memoria. Maschio, 31 anni, niente allergie, non sposato ma convivente (common-law partner, il Canada sì che è avanti), si pratico solo sesso sicuro, no, con nessun'altra donna o uomo, solo con la Totyna, no che non mi drogo, si lo so che è importante essere sinceri ma no che non mi drogo, alchool solo in Italia, qui fa troppo schifo e costa troppo, da grande voglio fare l'ingegnere, così sarò un tecnico e girerò il mondo. Beh, la stritta sulla parete della A11 di Ingegneria a Pisa non diceva il falso. E anche l'omino rachitico con in spalla il compasso gigante ora mi somiglia, deperito come sono. Ecco lo spray. Aiuto, non deglutisco più. Ecco lì il mostro finale: l'apparecchio per la gastroscopia che col suo tubone pare la testa di Medusa con un'unica lunghissima serpe. Ecco anche il dottore, salve dottore tutto bene? Io sto bene, a parte le voci...non ricordo molto altro dell'esame, solo che a un certo punto il dottore ha tolto dal mio stomaco un tubo di 5 metri con un gesto da vero esperto. Tutto bene dice, hai solo l'esofago molto arrossato. Torno giù in stanza, con Totyna faccio qualche risata, evidentemente era roba buona quella che mi hanno dato. Poco dopo chiamano i miei genitori e mi sentono in forma smagliante. Ignorano che loro figlio è sotto l'effetto di una droga. Dopo qualche tempo torna il team degli esperti di infezioni, ora sono in 3, si moltiplicano come i conigli. La dottoressa conclude che PROBABILMENTE ho un virus all'intestino e mi da una cura per il reflusso allo stomaco. Mi indica la mia cena (riso bianco, pesce al vapore e brodo di pollo, dessert di gelatina a qualche frutto strano, il pasto più buono che abbia mai fatto), finalmente dopo 48 ore mangio. Poi mi dicono che sono libero di andare, e allora mi viene in mente John Belushi all'inizio di Blues Brothers, quando esce di prigione. Eh ma aspettate un momento, e il tubo nel braccio? Cosa faccio, me lo porto a casa? Niente paura, arriva un'infermierina tutta vestita di rosa che mi dice di stare tranquillo, me lo toglie in un attimo. Allora le spiego che il giorno prima, per mettermelo, abbiamo quasi demolito il reparto. Lei sembra fiduciosa. Dice di stare tranquillo. Io mi fido. Lei toglie tutto e poi mi guarda con aria colpevole dicendo "scusa ma mi è cascato un po' di sangue per terra". "E a me che cazzo me ne frega, tanto guardavo dall'altra parte, ma c'era proprio bisogno di dirmelo???". La Totyna lancia uno sguardo per terra e sbianca. Ok, continuo a fissare il muro che è meglio. Pian piano pulisce tutto (a parte il càmice del Toty che pare uscito da Shining). Io le dico di non preoccuparsi, ormai sono diventato uomo. Poco dopo addirittura mi arrischio in bagno da solo, anche perchè sennò me la facevo addosso. Mi cambio rimettendomi i miei vestiti civili, mi bardo con la giacca da esquimese e ci avviamo verso l'uscita, non senza salutare tutti i miei nuovi amici del reparto. E' quasi triste andare via, mi stavo già affezionando, stava diventando un po' la mia nuova famiglia, dopo aver perduto il tanto amato cnitu.